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Tutto quello che è successo dopo alcuni dei più noti casi di cronaca nera italiana. Una storia ogni mese, il primo del mese. Un podcast del Post, scritto e raccontato da Stefano Nazzi.Copyright Il Post Crimes Reais
Episódios
  • Temù (Brescia) – 8 maggio 2021 – Prima parte
    Dec 1 2025
    L’8 maggio 2021 due sorelle di Temù, in provincia di Brescia, denunciarono la scomparsa della madre: era uscita per una passeggiata e dopo ore non era ancora rientrata in casa. La donna si chiamava Laura Ziliani, aveva 55 anni, le figlie Silvia, 27 anni, e Paola Zani, 19. Il corpo venne ritrovato tre mesi dopo, l’8 agosto, vicino a una pista ciclabile lungo il fiume Oglio. Era stata un’esondazione del fiume a disseppellirlo. Nei tre mesi tra la scomparsa della donna e il ritrovamento del corpo le indagini si erano concentrate sulle sorelle Zani e su un ragazzo che viveva con loro, Mirto Milani, 27 anni, fidanzato della sorella più grande, Silvia, ma che aveva una relazione anche con la più piccola, Paola. In quei tre mesi, Silvia e Paola Zani e Mirto Milani avevano messo in atto una serie di depistaggi grotteschi e incredibili. Dopo aver ammesso di essere gli autori dell’omicidio dissero di essersi ispirati ad alcune serie televisive: I Borgia, Dexter, Breaking Bad. Fu incredibile, soprattutto per la Corte d’assise e poi per quella d’appello, il motivo con cui i tre imputati tentarono di giustificare l’omicidio. I consulenti che sottoposero i tre a perizia li giudicarono totalmente capaci di intendere e di volere. Secondo i giudici che emisero la sentenza il movente non era quello raccontato dai tre ma non era nemmeno economico, come si era pensato all’inizio. L’omicidio, secondo i giudici, era stato pianificato e portato a termine per cementare la coesione del trio «con un piano cervellotico a cui le serie TV avevano offerto una forte componente di imitazione e ispirazione». Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    48 minutos
  • Temù (Brescia) – 8 maggio 2021 – Seconda parte
    Dec 1 2025
    L’8 maggio 2021 due sorelle di Temù, in provincia di Brescia, denunciarono la scomparsa della madre: era uscita per una passeggiata e dopo ore non era ancora rientrata in casa. La donna si chiamava Laura Ziliani, aveva 55 anni, le figlie Silvia, 27 anni, e Paola Zani, 19. Il corpo venne ritrovato tre mesi dopo, l’8 agosto, vicino a una pista ciclabile lungo il fiume Oglio. Era stata un’esondazione del fiume a disseppellirlo. Nei tre mesi tra la scomparsa della donna e il ritrovamento del corpo le indagini si erano concentrate sulle sorelle Zani e su un ragazzo che viveva con loro, Mirto Milani, 27 anni, fidanzato della sorella più grande, Silvia, ma che aveva una relazione anche con la più piccola, Paola. In quei tre mesi, Silvia e Paola Zani e Mirto Milani avevano messo in atto una serie di depistaggi grotteschi e incredibili. Dopo aver ammesso di essere gli autori dell’omicidio dissero di essersi ispirati ad alcune serie televisive: I Borgia, Dexter, Breaking Bad. Fu incredibile, soprattutto per la Corte d’assise e poi per quella d’appello, il motivo con cui i tre imputati tentarono di giustificare l’omicidio. I consulenti che sottoposero i tre a perizia li giudicarono totalmente capaci di intendere e di volere. Secondo i giudici che emisero la sentenza il movente non era quello raccontato dai tre ma non era nemmeno economico, come si era pensato all’inizio. L’omicidio, secondo i giudici, era stato pianificato e portato a termine per cementare la coesione del trio «con un piano cervellotico a cui le serie TV avevano offerto una forte componente di imitazione e ispirazione». Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    42 minutos
  • Fossò (Venezia) – 11 novembre 2023 – Prima parte
    Nov 1 2025
    Giulia Cecchettin, 22 anni, fu assassinata da Filippo Turetta l’11 novembre 2023. I due avevano avuto una relazione che la ragazza aveva poi deciso di chiudere. Da allora Turetta aveva esasperato comportamenti, già evidenziati prima, di controllo ossessivo, possessività e dipendenza, con costanti ricatti psicologici, minacce di suicidio, violenze verbali e in almeno un caso anche fisiche. L’omicidio, così ha stabilito la Corte d’assise di Venezia, fu premeditato e pianificato. Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione mentre sono stati esclusi il reato di atti persecutori e l’aggravante della crudeltà. È stato condannato anche per sequestro di persona, porto d’armi e occultamento di cadavere. Ci sono state polemiche, dopo la sentenza, soprattutto per l’esclusione dell’aggravante della crudeltà. Ripercorrere le tappe del processo aiuta a capire perché i giudici sono arrivati a quella decisione, così come analizzare i comportamenti di Filippo Turetta prima dell’11 novembre 2023 identifica, se ancora ce ne fosse bisogno, lo schema di un fenomeno evidente. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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    47 minutos
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