Ue riduce stime Pil Eurozona a 0,9% in 2025, pesano i dazi Podcast Por  capa

Ue riduce stime Pil Eurozona a 0,9% in 2025, pesano i dazi

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La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell’Eurozona per il 2025, portandole allo 0,9% (dal precedente 1,3%), a causa delle tensioni commerciali globali, in particolare della nuova politica protezionistica americana. L’export europeo nel 2025 dovrebbe crescere solo dello 0,7%, penalizzato dai dazi USA (10% sui beni europei, 25% su auto, acciaio e alluminio) e dalle tensioni persistenti tra Stati Uniti e Cina. L’inflazione è attesa in calo: 2,1% nel 2025 e 1,7% nel 2026. Per l’Italia, la crescita prevista è del +0,7% nel 2025 e +0,9% nel 2026, anch’essa in riduzione rispetto alle previsioni autunnali. Il disavanzo scenderebbe sotto il 3% nel 2026, ma il debito pubblico è visto in aumento dal 135,3% del 2024 al 138,2% del 2026. La pressione fiscale è stimata in lieve crescita, anche a causa del passaggio dal taglio del cuneo fiscale a un bonus per le famiglie a basso reddito. La Commissione riconosce un’impostazione prudente della politica economica italiana, pur segnalandone i limiti legati all’eredità dei superbonus edilizi. Ne parliamo con Marco Leonardi, Professore di economia all'Università di Milano e già capo dipartimento programmazione economica presso Presidenza del Consiglio dei MinistriExport nautico, boom del valore a +119% in dieci anniDurante la convention Satec di Rapallo del 16 maggio, l'assemblea dei soci di Confindustria Nautica ha eletto Piero Formenti nuovo presidente con il 94,4% dei voti. La sua presidenza si baserà su tre pilastri: partecipazione condivisa, rispetto delle regole e unità tra i settori del comparto. Nel corso dell’evento, Marco Fortis (Fondazione Edison e Centro studi Confindustria) ha evidenziato la crescita dell’export delle imbarcazioni da diporto, che ha raggiunto i 4,3 miliardi di euro nel 2024, con un incremento del 119% in dieci anni, più del doppio rispetto all’export manifatturiero nazionale (+55%). Dal 2019 al 2024, la nautica ha contribuito per il 14,3% all’aumento del surplus manifatturiero italiano, con un saldo positivo di 3,8 miliardi. I dati Istat confermano la solidità del trend: nei 12 mesi tra marzo 2023 e febbraio 2024, l’export ha raggiunto i 4,4 miliardi. Fortis ha sottolineato che la crescita è stata particolarmente forte dal periodo post-Covid (+88% rispetto al 2019). Mario Zanetti (Confitarma) ha ricordato che la nautica da diporto, parte centrale della blue economy, è chiamata a sfide concrete: dalla competitività della bandiera italiana alla necessità di un quadro normativo che favorisca l’innovazione green. Zanetti ha ribadito l’importanza di una visione condivisa per valorizzare il mare come risorsa strategica. Interviene Piero Formenti, presidente Confindustria nauticaUk più vicino alla Ue: accordo su difesa e commercioRegno Unito e Unione Europea hanno siglato un accordo che segna un netto riavvicinamento post-Brexit su tre fronti principali: sicurezza e difesa, pesca, e commercio. Londra potrà partecipare a missioni europee e accedere al fondo per il riarmo da 150 miliardi, mentre in ambito pesca è stata prorogata fino al 2038 la possibilità per i pescherecci Ue di accedere alle acque britanniche, decisione criticata dal governo scozzese per mancata consultazione. Sul piano commerciale, sono previste semplificazioni doganali e fitosanitarie, ma ciò potrebbe comportare per Londra l’adozione dinamica delle norme Ue, elemento sinora tabù per i sostenitori della Brexit. È ancora aperta la trattativa sulla mobilità giovanile: l’UE ha proposto scambi fino a 4 anni e parità di rette universitarie per gli studenti europei nel Regno Unito, proposta che Londra valuta con cautela per ragioni politiche interne. L’intesa, che si affianca a quelle con India e Usa, rappresenta per il governo Starmer un tentativo concreto di ricucire i rapporti con l’UE e riaffermare il ruolo britannico nella sicurezza europea. Il commento è affidato a Giorgia Scaturro, corrispondente del Sole 24 Ore da LondraIl nodo del debito Usa che cresce con tagli di spesa sotto le atteseMoody’s ha declassato il rating sovrano degli Stati Uniti da Aaa ad Aa1, facendo seguito a un outlook negativo già emesso nel 2023. La decisione riflette la crescente preoccupazione per i 36mila miliardi di dollari di debito pubblico e per i piani fiscali dell’amministrazione Trump, che prevedono nuovi tagli alle tasse finanziati solo in parte da riduzioni in sanità, green transition e welfare. L’agenzia sottolinea come la forza economica americana non sia più sufficiente a compensare il deterioramento dei parametri fiscali: il deficit continuerà ad aumentare a causa degli interessi sul debito, delle spese sociali e di entrate fiscali insufficienti. Moody’s ha inoltre evidenziato la mancata capacità del Congresso e delle amministrazioni di contenere in modo credibile deficit e debito. Il downgrade rischia di compromettere l’agenda della Casa Bianca, già messa in difficoltà dai falchi fiscali ...

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